“Fotoscopia” evoca la capacità dell’uomo di indagare lo spazio insondabile, celebrando il mistero della vita e il commovente desiderio di proteggerla. Alessandra Calò si è calata nelle “viscere” di un ospedale italiano a caccia di reperti dal valore estetico, scelti fra migliaia di misteriose rivelazioni di salute e malattia. Nelle lastre di vetro che compongono l’opera trovano posto le topografie d’archivio, gli schizzi esegetici dei dottori, gli screening mammografici e perfino i pesci rossi della sala d’attesa del reparto di radioterapia.
Catturate in prevalenza con l’ausilio dell’iphoneography ma stampate su vetro con metodi antichi, le immagini di Alessandra Calò non accettano di rappresentare la realtà nei limiti della distanza digitale. Piuttosto tornano indietro nel tempo fino a recuperare il conforto del tatto, l’affabilità di una tecnica sapiente come quella del medico che comprende al tocco.
L’ospedale è un corpo fatto di tantissime vite, storie di uomini in prima linea o rimasti sempre dietro le quinte. In “Fotoscopia” il luogo di cura si manifesta in tutti gli aspetti, da creazione architettonica a struttura organizzata, da centro di ricerca a scenario di cambiamenti epocali. La ricerca dei materiali – condotta tra i reparti in decine di colloqui con medici, infermieri, tecnici e inservienti – ha seguito un approccio “domestico”, utile a rappresentare uno spazio dove la vita della comunità continua nei suoi ritmi quotidiani.
La natura dell’ospedale si rivela non soltanto negli elaborati programmi per ridurre il margine di errore nelle alte sfere della chirurgia, ma anche nei rigidi protocolli messi in atto per rendere infallibili attività ordinarie, come ad esempio la gestione degli impianti e il servizio di pulizia dei reparti.
A corredo dell’opera, un ulteriore livello di lettura è rappresentato dal libro d’artista “Fotoscopia”. Attraversando la struttura in lungo in largo insieme alla scrittrice Irene Russo, l’artista ha raccolto suggestioni molto varie: dall’aneddoto alla spiegazione scientifica, dall’esperienza professionale a frammenti personali. Nell’intricato labirinto dell’ospedale sono emersi episodi indimenticabili, immagini dove la scienza medica mostra la sua più grande bellezza. Racconti che hanno un significato universale, oltre la storia dell’istituzione e dentro la vicenda degli individui.
Parzialmente tratto dal catalogo: Fotografia Europea. Effetto Terra, Silvana Editoriale, Milano 2015